Le nuove professioni del comunicare

15 Ott 2015 News

Nuovi schemi e nuove modalità – che si evolvono anche grazie ad internet – portano il professionista della comunicazione ad acquisire un ruolo sociale.

Primo pomeriggio di workshop all’interno del programma del Festival delle Professioni, con l’incontro dedicato alle nuove professioni del comunicare. È evidente che oggigiorno la comunicazione necessita di un approfondimento non convenzionale. Chi sono i professionisti della comunicazione, oggi, e cosa fanno? Come possiamo definirli? E in questo dibattito si inseriscono anche gli altri ordini professionali: non è forse vero che anche gli architetti, in fondo, sono costruttori di ponti (di comunicazione)? E quindi creatori di relazioni, di contatti e di dialoghi?

Questo si domanda il moderatore Paolo Bertaccini, per introdurre la tavola rotonda che ha voluto porre le basi per un ragionamento complessivo sulle evoluzioni professionali nei molteplici mondi che appartengono alla comunicazione. Una sfida, quella delle società contemporanee iper-comunicanti, che ci riguarda da vicino. A confrontarsi sono stati cinque componenti di un gruppo di lavoro permanente, del quale citiamo Stefania Savona, responsabile comunicazione di multinazionale, Ludovica Manusardi, comunicatrice scientifica, Stefania Menetz, organizzatrice di eventi, Liana Pastorin, architetto e giornalista, Roberta Zarpellon, consulente in comunicazione e coordinatrice Gruppo di lavoro FERPI “Comunicare le professioni” (vd. comunicato allegato).

Il web rappresenta oggi una grande risorsa per tutti, aziende e professionisti, basta pensare a chi attraverso internet ha potuto crescere e rinnovarsi creando nuove opportunità di business oppure chi dal web è nato e sta sviluppando la propria impresa. O ancora chi utilizza la rete per supportare le proprie azioni di marketing o per farsi conoscere in mercati prima difficilmente raggiungibili; le porte che è in grado di aprire questo strumento sono infinite. Ma come diventare un esperto del campo? E per le aziende, come identificare le risorse più adatte ai propri scopi? Il mercato in effetti è fitto e molto complesso, in più i confini tra una professione e l’altra sono molto labili: difficile è quindi orientarsi e destreggiarsi. Risulta però sempre più importante tradurre determinate “etichette” e impostare nuovi canoni pratici.

Alessia Buratti, presidente di Gi. Pro., ha introdotto il tavolo di discussione. “E’ vero che la comunicazione ha acquisito un valore aggiunto dato dalle innovazioni tecnologiche, e per questo il nostro Festival ha voluto accendere i riflettori su questa tematica, ponendo la questione in maniera trasversale tra i differenti ordini professionali. Ma non mancano le difficoltà in tal senso, specie nel caso dei liberi professionisti che rappresentano un po’ l’anello di congiunzione tra il cittadino e la pubblica amministrazione”.

Elisabetta Tonni, giornalista d’inchiesta, definisce internet come l’elemento dirompente che ha stravolto i canoni in tutte le professioni, in particolare nel settore dell’informazione. Ha portato innanzitutto nuove figure, che prime non esistevano, come il blogger (da intendersi come tutti coloro che vogliono dire qualcosa) e i video maker (tutti coloro che riassumono in una sola persona le competenze giornalistiche, dell’operatore di ripresa e del montatore). Oltre a ciò, anche gli uffici stampa stessi e i giornalisti hanno dovuto reinventarsi. Ma sono tutti in grado di farlo? Nel caso dei blog, ad esempio, chiunque può diventare “autore”? La risposta potrebbe essere affermativa, a patto di rispettare regole e dinamiche (per esempio conoscere l’esistenza del diritto all’oblio). E così si pone la questione di nuove professionalità emergenti a fianco di quelle tradizionali.

Le potenzialità offerte da internet e dalla rete, in particolare, ci pongono di fronte ad un mondo “liquido”, in continuo divenire. Non ci sono gli argini per contenerlo, e quindi bisogna impostare ex novo il processo comunicativo, a vantaggio non solo della professione giornalistica ma anche, in parallelo, a quella degli uffici stampa, in primis, e dei social media.

Ma qual è l’approccio vissuto dai professionisti di oggi? Sono preparati a questo cambiamento? Se in un certo senso stanno correndo ai ripari, attrezzandosi per essere multidisciplinari e sfruttare i nuovi strumenti, non si può dire lo stesso dei loro clienti, che troppo spesso non intendono conoscere “le regole” del nuovo gioco. Spetta quindi ai professionisti mettere in atto un nuovo modo di “comunicare con loro”. E in ciò il Festival, organizzato in molteplici incontri di approfondimento, offre un valido supporto.

Roberta Zarpellon, a proposito di internet, aggiunge che esso ha modificato il nostro mondo di azione, ma è il valore del linguaggio comprensibile a due soggetti in relazione a fare la differenza nella modalità di comunicazione.

Pensare bene, parlare bene e agire bene (Thomas Mann) – è il riferimento letterario che viene in mente. Una sequenza che aiuta a mettere a fuoco quanto in realtà si debba andare a fondo nella nostra società contemporanea.

È intervenuto poi Paolo Bouquet, star-upper nelle tecnologie digitali, che si dichiara non del tutto convinto che le nuove tecnologie informatiche siano solo uno strumento per fare in maniera nuova ciò che è sempre stato fatto. Siamo infatti calati in una nuova realtà e non riusciamo neanche ad immaginarci un mondo precedente. Non si tratta quindi di cambiamenti di modalità, ma di nuove esperienze e di nuovi paradigmi. Com’è possibile, quindi, identificare quali sono le nuove professioni? Ad esempio, il ragazzino che progetta videogiochi e che fa un sacco di soldi: è questo un lavoro? Eppure guadagna. E molto. Ma chi ci può contestare che si tratti di una nuova professione e che in passato la stessa non sarebbe mai esistita? In tale cornice sono sempre più le “professioni del comunicare” e le medesime assumono un nuovo ruolo sociale, mettendo a fuoco le principali specificità dell’età moderna.

Liana Pastorin, architetto e giornalista, in chiusura di dibattito, ha puntato l’attenzione ancora una volta sulle relazioni, che non debbono solo fornire risposte a quesiti, ma anche trasmettere valori (interni ad un’azienda per esempio, come accade per gli uffici stampa). È poi necessario comunicare imparando a usare strumenti diversi, ad esempio la carta stampata, abbinata alla radio, alla televisione, ad internet. Ma prima di impararne il funzionamento, bisogna avere ben chiaro l’obiettivo per il quale stiamo utilizzando un dato mezzo.

Stiamo vivendo un periodo di grande trasformazione. Quello che è stato vero fino a oggi potrebbe cambiare radicalmente domani. Siamo professionisti costantemente work in progress, o come si dice in gergo digital: “in beta”.

Per maggiori informazioni contattate l’ufficio stampa: Silvia Bruno 333 9980836

Per scaricare il programma: http://www.festivaldelleprofessioni.it/programma-2015/

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