Giornata riservata all’agricoltura sociale e ai conflitti tra professionisti e clienti, quella andata in scena al settimo Festival delle Professioni. Nelle sale di Palazzo Geremia a Trento, la mattinata è iniziata con la presentazione di “Agrisocialpro”. Il progetto, nato e sviluppato in seno al tavolo provinciale d’ambito dei Giovani Professionisti (Gipro) ha coinvolto diversi ordini e collegi professionali: periti agrari e forestali, commercialisti, psicologi e geometri. Giacomo Pezzè, perito agrario, ha spiegato come gli ordini appena descritti hanno collaborato nella stesura di un progetto di un’innovativa azienda agricola sociale dove tutti hanno dato il loro contributo per innovare un settore importante come quello dell’agricoltura. Francesco Di Iacovo, docente di economia agraria all’università di Pisa e Mario Simoni del Tavolo dell’economia solidale trentina, davanti alla platea composta anche dagli studenti coinvolti nel progetto hanno ribadito come l’Unione Europea spinga proprio in direzione dell’agricoltura sociale, come a Torino il fenomeno sia riuscito a coinvolgere una rete di 60 soggetti, come il più alto numero di agriturismi in Italia siano Trentino e la Toscana e come quest’ultima addirittura abbia approntato una legge ad hoc. L’agricoltura sociale, infine, ha enormi ricadute sulla comunità in quanto può essere occasione di inclusione e reinserimento sociale ma anche come metodo per fare comunità ed evitare lo spopolamento delle zone montane. Non ultimo, essendo di natura diversa rispetto alle colture intensive, l’agricoltura sociale innesca ricadute positive in termini economici ed ecologici derivanti per esempio dall’utilizzo da parte di ristoranti di prodotti biologici e locali, favorisce la creazione di gruppi d’acquisto solidali e spiana la strada verso il cosiddetto welfare rigenerativo.
Nella seconda parte di giornata, la lente d’ingrandimento si è spostata sul rapporto tra professionisti e clienti, non sempre idilliaco, I rappresentanti dei giovani avvocati (Aiga) e degli psicologi hanno spiegato come sia possibile come comprendere gestire e prevenire i potenziali conflitti e hanno convenuto come sia importante smontare alcuni pregiudizi nei confronti delle categorie e impostare un rapporto di fiducia con gli assistiti. L’avvocata e presidente del Consiglio distrettuale di Disciplina Roberta De Pretis ha affermato come se “da una parte il cliente è molto più informato rispetto a una volta, dall’altra parte anche il mondo è molto più complesso di 30 anni fa e spesso questa maggiore complessità non viene percepita dai clienti ed è alla base degli scontri e conflitti. Premesso che un professionista deve arrivare preparato al conflitto solo una maggiore e corretta informazione e conoscenza della materia da entrambe le parti possono risolvere le cose. Il cliente deve capire che se si affida a un professionista è perché è convinto che solo quello ha le competenze per seguirlo in maniera adeguata e deve altresì comprendere che va messo in conto un esito negativo e non per colpa del professionista”.