Nuovi scenari (urbani) per una rivoluzione intelligente

14 Ott 2015 News

La qualità della vita dei cittadini passa oggi attraverso una dotazione infrastrutturale tecnologica elevata: le risposte dell’urbanistica.

Di città intelligenti e di riforme urbanistiche per vivere meglio si è parlato questa mattina, all’avvio della seconda giornata del Festival delle Professioni 2015, presso la Sala della Fondazione Caritro a Trento, dove amministratori politici, esperti del settore e professionisti sul campo si sono riuniti per un confronto su nuovi scenari cittadini. Che possano andare incontro alle esigenze sempre mutevoli di una cittadinanza attiva ed esigente, che necessita quindi di nuovi spazi vivibili, sostenibili e solidali. La convinzione è che la capacità di creare coesione, minimizzando le differenze tra i singoli e nella comunità, sia la chiave vincente per affrontare il futuro, non solo immettendo tecnologia ma generando al contempo innovazione.

Ne è convinto l’assessore provinciale Carlo Daldoss (con competenze alla coesione territoriale, urbanistica, enti locali ed edilizia abitativa ) che ha offerto ai presenti in sala (tra i quali due classi Superiori di studenti trentini) un assaggio della “sua ricetta” di smart city, basata su partecipazione, responsabilità e semplificazione. Ma cos’è una smart city o meglio cosa dovrebbe essere? Innanzi tutto una smart city è una città che funziona e che risparmia energia, soprattutto grazie alle nuove tecnologie applicate agli edifici e agli spazi pubblici, le quali dovrebbero facilitare l’abitare ecologico/sostenibile e la vita quotidiana degli urban users. Rrivolto ai giovani presenti in sala Daldoss ha detto: “Sono sicuro che saprete trarre, anche da questi incontri, spunti e riflessioni per diventare buoni professionisti del domani”.

Concetti ripresi e rafforzati da Carlo Biasioli, vicesindaco e assessore del Comune di Trento alla pianificazione ed edilizia urbana:  “Tra i temi forti del mandato consiliare – ha commentato – la smart city, ovvero la città intelligente, è un processo trasversale che pone l’obiettivo di rispondere in maniera innovativa ai bisogni dei cittadini e per questo pone l’esigenza di istituire un nuovo Piano Regolatore seguendo i dettami e le possibilità in termini di innovazione offerte dall’attuale legislatore. E’ evidente che c’è sempre più bisogno di una ‘sana intelligenza’… ciò vuole dire saper riconoscere le migliori innovazioni tecnologiche sullo scenario italiano e poterne diffondere le buone pratiche ad altri livelli con lo scopo di migliorare l’esistente. Questo è il nuovo che avanza, supportato da un enorme potenziale di creatività, di tecnologia e di sostenibilità. Il tema ‘smart’ è un intero sistema da prendere in considerazione. Certo, con le opportune limitazioni. Penso ad esempio ai centri storici e a quegli angoli cittadini che per questioni architettoniche ed estetiche, oltre che culturali, non sempre possono andare incontro alle nuove esigenze di cui stiamo parlando”.

L’urbanistica in tal senso ha il compito di offrire risposte, partendo dai già esistenti “ferri del mestiere”, a disposizione del professionista: questa l’opinione di Luigi Pingitore, architetto e membro dell’Ufficio di Presidenza dell’INU, l’Istituto Nazionale di Urbanistica. “Questa tematica – ha detto – investirà nei prossimi anni ingenti risorse europee e nazionali per nuovi programmi e progetti che stimolino una città aperta alle esigenze della contemporaneità, ai nuovi bisogni di welfare urbano, a dotazioni e spazi pubblici adeguati. La qualità della vita dei cittadini passa oggi attraverso una dotazione infrastrutturale tecnologica elevata. Non ci si può più permettere di dilungarsi in procedure urbanistiche estenuanti dagli esiti concreti tardivi: l’urbanistica deve affrontare questi temi, partendo da una revisione rapida di quelli che sono gli standard principali, ovvero la necessità di alleanze disciplinari, la connessione tra innovazione tecnologica e strumenti già in essere”.

Marco Giovanazzi, architetto e membro del Consiglio dell’Ordine degli Architetti di Trento e INU Trentino, parla del ruolo che la tecnologia ha avuto nell’agevolare il lavoro di professionisti del settore, geometri e ingegneri, sfruttando l’informatizzazione e la possibilità offerta, oggigiorno, di avere a disposizione modelli virtuali per proiettare nel tempo quello che sarà concretamente “il progetto”. Un valido supporto a disposizione dei tecnici per gestire criticità e interferenze a vari livelli progettuali e strutturali, poiché le informazioni possono essere aggiornate in tempo reale. Ciò non toglie che i progetti debbano essere anche redatti “a mano” per essere visionati dalle amministrazioni pubbliche. È la connessione e l’integrazione fra vecchio e nuovo, fra tradizionale e tecnologico, che si rivela essere vero supporto per il professionista.

Da ultimo l’intervento di Gianluca Cristoforetti, architetto in libera professione con collaborazioni in vari contesti privati e pubblici, ma anche universitari, locali e nazionali, come INU: modello della multidisciplinarietà richiesta dai tempi moderni, e che anche l’urbanistica è chiamata ad assumere in questa fase temporale di grandi trasformazioni e poche certezze. Non a caso il neologismo “rigenerazione urbana” – del quale ancora una definizione precisa non esiste – è stato coniato dai professionisti del settore, architetti, ingegneri e operatori sul territorio principalmente, per denotare uno stato di salute ben preciso delle città moderne. “C’è bisogno – ha detto – di cambiare la prospettiva delle cose, il punto di vista: la tecnologia non è più qualcosa che migliora il già esistente, ma diventa uno strumento di innovazione, che prima di tutto permette di mettere in connessione (si pensi alla rivoluzione dei telefonini) due o più mondi tra loro apparentemente incomunicabili. In ciò la rivoluzione smart denota anche la grande potenzialità di governo e di controllo del territorio, intervenendo con azioni concrete per costruire il mondo di domani sulla base di nuovi paradigmi e linguaggi, e offrendo un ruolo decisivo nel generare risorse economiche e sociali. Pensiamo alla grande innovazione data dal turismo esperienziale, supportato da tecnologie e strumentazioni ICT. Una rivoluzione a servizio del territorio, anche dei più sconosciuti, dove le tecnologie creano valore e posti di lavoro con una spesa relativamente bassa. Una smart city è quindi l’integrazione tra tutte le componenti tecnologiche in vigore, con la società sociali e i nuovi modelli di sviluppo urbano. Ma per funzionare dev’essere perseguita integrando costantemente le componenti ICT con quelle della governance locale”.

A Giovanna Ulrici, architetto e presidente dell’INU Trentino, il compito di porre le conclusioni. “La città smart o è per tutti .. o non è” – ha sottolineato -. E’ un percorso che si è intrapreso in molte città italiane, tra le quali anche Trento, e che porta necessariamente dei cambiamenti sociali, che però non devono essere sottovalutati. A questo problema, anche professionale e non solo sociale, si può ovviare ripensando gli strumenti e le regole edilizie e urbanistiche da una nuova prospettiva”.

Per maggiori informazioni contattate l’ufficio stampa: Silvia Bruno 333 9980836

Per scaricare il programma: http://www.festivaldelleprofessioni.it/programma-2015/

 

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