Commercio internazionale del farmaco: un po’ di chiarezza

17 Ott 2015 News

Nel dibattito di questa mattina, animato tra gli altri da JM Thomas (Indo-European Chamber of SME), anche le risposte ai quesiti più comuni.

È il caso del giovane operaio forestale trentino volato in India per curarsi – e a buon mercato – dall’epatite C, ad aprire il dibattito “India-Italia: il commercio internazionale del farmaco”, in programma per questa mattina al Festival nazionale delle Professioni in corso a Trento.

Alessia Buratti, presidente Gi. Pro., ha introdotto i lavori, illustrando le ragioni dell’evento. India e Italia si contendono la palma del primo produttore mondiale di principi attivi farmacologici; da marzo 2015 il Paese asiatico diventa infatti il primo produttore mondiale, con oltre il 60% della produzione destinata ai clienti internazionali. Passiamo dal nostro Paese, che vanta una forte tradizione industriale, a un Paese dinamico, ai primi posti nello sviluppo internazionale. L’India offre infatti grandi capacità nella scienza e nella ricerca nonché una sempre maggiore autonomia nel proprio sviluppo. La maggiore produzione e vendita di principi attivi va riferita sia ai costi di produzione inferiori che a una regolamentazione meno rigida di quella italiana. Ma questo comporta l’ottenimento di farmaci con lo stesso livello di sicurezza? Come tutelare il cittadino che talvolta corre molti rischi per cercare dei costi più bassi? In questo scenario mutevole, con il commercio di farmaci illegali in forte crescita, con una sempre maggiore contraffazione farmaceutica che mina la sicurezza delle persone, obiettivo dell’incontro odierno è portare un po’ di chiarezza. Accanto a Buratti Paolo Betti, presidente Federfarma Trento, che a partire dal caso del giovane trentino ha evidenziato la necessità del dibattito su un tema che ha scosso le coscienze degli addetti ai lavori di tutta Italia.

Luca Zeni, assessore alla salute e alle politiche sociali PAT, ha portato il saluto delle autorità provinciali. Interpellato a proposito del ruolo delle strategie del governo locale ha detto: “L’Azienda sanitaria provinciale deve rispettare le dinamiche previste dagli standard normativi. Dal nostro punto di vista pensiamo che sia possibile fornire risposte dentro alle regole vigenti, anche se le risorse sono limitate: qualche settimana fa abbiamo stanziato 5 milioni di euro in via straordinaria per l’acquisto di farmaci contro l’epatite C, per dare una risposta alle emergenze, qual è quella segnalata, e sempre all’interno del quadro normativo. Uscendo dal caso specifico – ha concluso, in Trentino credo che possiamo essere maggiormente protagonisti, ad esempio nel settore degli integratori alimentari innovativi, sostenendo le imprese che possono trovare strade alternative e risposte nuove alle esigenze del consumatore”.

Ha sollevato il tema della qualità dei farmaci, del ruolo del farmacista e della farmacia Roberto Grubissa, delegato Nazionale Federfarma: “Gli standard di qualità della produzione, le norma sullo smaltimento… c’è un ampio corpus normativo che regola la vita del farmaco per assicurarne la qualità – ha detto -: l’ultimo garante di questa qualità è proprio il farmacista. La filiera distributiva è sicura perché esiste una catena di monitoraggio. Per questo solo la farmacia assicura le garanzie necessarie: i veri rischi – ha aggiunto – vengono dal ricorso a canali non ufficiali, ad esempio quelli on line, dove si trovano farmaci in tanta parte contraffatti. I farmaci prodotti in altri paesi possono entrare nel nostro mercato solo se rispettano i vincoli previsti dalla normativa italiana. Se parliamo di farmaci prodotti in India – ha aggiunto – dobbiamo distinguere tra quelli realizzati secondo standard italiani e quelli prodotti secondo normative differenti. Spetta alle autorità deputate verificare che i prodotti immessi in Italia siano sicuri e di qualità”.

Giorgio Bruno, presidente del Gruppo Produttori conto terzi di Farmindustria, ha illustrato i numeri dell’industria farmaceutica in Italia: si parla di 65mila persone impiegate direttamente, altrettante indirettamente. “L’industria farmaceutica italiana movimenta 29 bilioni di euro e ne investe 2,5 ogni anno. In termini di produttività, il nostro paese è primo in Europa, ed esporta quasi il 70% della sua produzione. L’industria farmaceutica italiana è hi-tech, con il 30% di impiegati ad alto livello tecnologico. Il grosso del mercato italiano è costituito dagli off patent. Gli standard sono altissimi, e così la qualità, soprattutto delle risorse umane. Anche i costi della ricerca sono alti, per questo i farmaci costano tanto”.

Ha invece parlato della lotta alla contraffazione Domenico Di Giorgio, direttore dell’Ufficio Qualità e Contraffazione AIFA: “Internet – ha spiegato – è diventata la porta di accesso principale per l’ingresso in Italia di prodotti illegali, con cifre impressionanti. Solo lo 0,6% dei farmaci online è legale. Si tratta per lo più di tipologie di prodotto di tipo ricreativo: per la sfera sessuale, dimagranti, steroidi. Anche se oggi sempre più spesso sono disponibili anche farmaci in senso stretto”. Di Giorgio ha illustrato la classificazione delle farmacie online, che è molto complessa, portando numerosi casi reali di violazione e di intervento di Nas, Ministero della Salute, e Antitrust. “Resta da chiedersi – ha detto – perché la gente acquisti online. Di qui la necessità di campagne di comunicazione mirata, che coinvolga tutti gli stakeholders”.

Da ultimo l’ospite d’onore John Martin Thomas, segretario generale di Indo-European Chamber of Small & Medium Enterprises, che ha presentato una panoramica del settore farmaceutico indiano. “Entro il 2020 – ha spiegato – il fatturato dell’industria indiana del settore sarà di 45 miliardi di euro. Al presente, nel contesto globale l’industria farmaceutica indiana si attesta intorno al 2,4% dal punto di vista del valore, intorno al 10% dal punto di vista del volume. Va precisato che i costi di produzione in India sono inferiori del 60% rispetto ai costi o di produzione in America e in Europa. Le politiche del governo indiano stanno facendo molto per aiutare questo settore: entro il 2024 le autorità decideranno di spendere 200 miliardi di dollari per creare le infrastrutture necessarie a favorire la competitività”. L’apertura agli investimenti di aziende estere è assoluta: anche per questo, Thomas ha incontrato in questi giorni in Trentino diversi rappresentanti delle istituzioni e del comparto produttivo, con lo scopo di portare la tecnologia avanzata italiana in India.

In sala, questa mattina, anche la testimonianza di Epharma e di Unifarm, che hanno presentato la propria attività, dei Nas, che raccomandano alla popolazione il ricorso alla consulenza di medici e farmacisti e l’acquisto presso i canali ufficiali, dell’Ordine dei medici veterinari, che ha sottolineato il compito degli ordini, anche sul fronte della vigilanza.

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